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Ferocactus gracilis ssp. coloratusSeconda volta in Baja California.

Nel 2012 è stato un viaggio breve,16 giorni con il volo e ci siamo occupati solo delle Fouquierie. Questa volta andiamo a cercare tutto il resto...

Viene con noi l'amico Cedric, grande appassionato di Ferocactus, viaggio giusto per lui.

Il volo è in perfetto orario. Arriviamo alle 6 della mattina a Città del Messico, sbrighiamo le formalità di rito e andiamo alla Hertz per il noleggio dell'auto. Usciti dalla città, prendiamo l'autostrada per Mazatlan (Sinaloa) attraversando pianure coltivate infinite e, alla sera, intorno alle 19 abbiamo trovato l'hotel per la notte, dopo aver percorso più di 1000 Km.

Prima spiaggia...

 

La mattina dopo andiamo al porto per i biglietti per La Paz, raggiungiamo Topolombambo e, alla sera, imbarco per la Baja...

Traghetto per la Baja

 

 

 

 

 

Sbarcati, veniamo separati: io e Cedric fatti scendere a piedi, per il controllo dei passaporti e perquisizione (chiedo il perché essendo stati controllati allo sbarco in Messico il giorno prima). La spiegazione: vedere se abbiamo pendenze legali in Italia! A Moreno va peggio: più di due ore per la perquisizione dell'auto e delle valige e deve pagare una quota per lo sbarco. Cose da fuori di testa... 

 Sbarcati!!

La lunga penisola, 1300 km, è divisa in due stati: Baja California Sur (BCS) e Baja California Norte (BCN).
Luogo di vacanza per molti americani, è un territorio molto diverso dal Messico classico: pulito, massima gentilezza verso i turisti, buoni hotel e ristoranti, in alcune zone molto cari. Non essendo densamente abitata, i suoi paesi sono abbastanza lontani tra di loro. C'é solamente una strada che l'attraversa tutta: la Mex 1.

 

Non ha zone eccessivamente impegnative per i cercatori di cactus, sicuramente è la patria di Ferocactus e Mammillarie, prevalentemente, uncinate.

Fu prima terra di conquista (nei secoli scorsi) nella ricerca dell'oro, che non c'era. In un secondo momento, i gesuiti pensarono che ci fossero molti indios da convertire, costruirono anche svariate missioni (tante in completo abbandono ora). Quando il vaiolo e la sifilide, portate dall'Europa, decimarono la popolazione, abbandonarono al loro destino questa terra.

Ad Ovest c'è l'Oceano Pacifico e ad Est il Golfo della California o Mare di Cortez: un paradiso per i pescatori sportivi.

La tranquillità sparisce vicino al confine con gli U.S.A. Tijuana è tristemente famosa, come Ciudad Juárez in Chihuahua, per l'alto tasso di criminalità: ciò accade nonostante vi arrivino molti turisti, essendo porto franco, e tutte le merci vengano vendute a prezzi molto bassi.

Si può iniziare il giro.  

 

Sbarco in BajaSpiaggia da sogno

 

Ferocactus peninsulaePartiamo da La Paz destino Cabo San Lucas con varie fermate lungo la Sierra La Laguna. Per le nostre necessità Cabo San Lucas è una città fortemente turistica, con troppe costruzioni, troppa gente e caos...non sono i posti che preferiamo. Decidiamo che, entro la sera, arriviamo a Todos Santos, paesino più piccolo e tranquillo. 

Per l'indomani, la destinazione è Puerto San Carlos, dove vivono i Machaerocereus eruca.

Machaerocereus eruca

 Arrivati, noleggiamo una barca per visitare le due isole di fronte Magdalena e Santa Margarita.

Ferocactus Santa Maria

L'anno prima, in marzo, abbiamo visto le balene grigie con i piccoli, ma questa volta in autunno non è stagione...peccato!. Andiamo a vedere le piante. Per la sera piantiamo la tenda in riva al mare con un tramonto da cartolina.

Sebbene siamo a fine ottobre, c'è ancora molta erba alta che rende difficile l'avvistamento delle piante più piccole.

Salendo lungo la penisola, la Statale Mex1 si sposta verso il Mare di Cortez ed arriviamo a Loreto, dove ci fermiamo per andare all'isola del Carmen. Essendo l'isola un parco, c'è da pagare un biglietto per lo sbarco e la visita. Nel ritorno Moreno può pescare mentre i delfini vengono a farci compagnia.

Ferocactus gracilis ssp. gracilis

Si riparte passando per Mulegé, Santa Rosalia e arriviamo alla Missione di S.Ignacio, ben restaurata e conservata.

A Guerrero Negro c'é il confine tra il Sud ed il Nord, con relativo controllo militare; poco dopo si entra senza dubbio nella parte più spettacolare per gli appassionati di cactus: la valle di Los Cirios (nome locale per la Fouquieria columnaris)

Fouquieria (Idra) columnaris Per la sera, la Bahia di Los Angeles ci attende.

Prepariamo la tenda in spiaggia e andiamo a vedere di trovare una barca che l'indomani ci porti all'isola Angel de la Guarda. Il tempo non è buono e, se rimane cosi, non si va per mare; in più ci sparano delle cifre folli per il noleggio...la mattina dopo il tempo è brutto, cosi ripartiamo verso Nord.

Fouquieria (Idra) columnarisLa strada da El Rosario ad Ensenada è decisamente brutta, piena di lavori in corso e controlli militari. Attraversiamo paesi malconci, sporchi, da disperati.  Le piante incontrate lungo la penisola sono molte, soprattutto (come già detto) Ferocactus e Mammillarie: per non annoiare con un elenco alquanto lungo, consigliamo di guardare la galleria fotografica, non ci sono tutte le varietà incontrate ma tante...

Da Ovest torniamo ad Est riattraversando la penisola, saliamo fino a S.Luis Rio Colorado.

Da qui a Sonoyta per un lungo tratto si corre lungo il confine con gli USA e si vede il muro che separa i due stati.

 

 

Per fortuna il paesaggio cambia decisamente quando si entra nella zona del Desierto de Altar. Montagne scure all'orizzonte si posano su pianure bianche infinite, quasi un paesaggio lunare e ...finalmente i Saguari! Per di più, per la prima volta, incontriamo gli Echinocactus polycephalus. 
SaguaroEchinocactus polycephalus

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Ferocactus acanthoides ssp. lecontei

Quest'ultimi si trovano dove ci sono rocce scure; data la stagione, si trovano anche in mezzo all'erba alta secca. Purtroppo notiamo che non ci sono piante piccole, solo esemplari di buone dimensioni: ciò significa che negli ultimi anni le condizioni climatiche non sono state buone per la loro germinazione, questo mette in serio pericolo la specie in questa zona.

L'ultima tappa qui a Nord è l'isola del Tiburon cosi da Hermosillo deviamo per Bahia Kino: un paese praticamente in svendita. Ovunque cartelli di vendita case. Andiamo a Punta Chueca; il villaggio indiano è un vero luogo di disperazione. Per loro l'isola del Tiburon è un luogo sacro, dove seppeliscono i morti, e non sono disposti ad accompagnarci là: dobbiamo tornare indietro.

Tornati a Bahia Kino troviamo una barca per l'indomani e di buon mattino raggiungiamo l'isola dove, cercando le piante, incontriamo anche un lungo serpente a sonagli!

 

 

Il giro a Nord è praticamente finito, attraversiamo la Sierra Madre Occidentale sotto una pioggia torrenziale che obbliga Moreno alla massima attenzione.. curve, curve ed ancora curve, con tanti sassi da evitare caduti sull'asfalto. Altri 4 giorni con varie tappe tra Durango, Coahuila, Nuevo Leon e S. Luis Potosi... Per arrivare all'atto finale di questo viaggio: tentare di trovare gli Strombocactus corregidorae descritti qualche anno fa nel Municipio di S.Joaquin, Queretaro.

Habitat

..e questa é stata davvero una grande giornata!

Alla mattina il tempo non era buono, minacciava pioggia.

Più di 3 ore di strada asfaltata che sale i monti tra boschi e che all'improvviso finisce diventando una pista tracciata per fare l'acquedotto e poi viene lasciata alla sua sorte, un vero disastro. Noi logicamente con una normale utilitaria e non un 4x4. La poca gente incontrata ci diceva che non era pensabile continuare con quel tipo d'auto, era pericoloso e se iniziava a piovere ci "consigliavano caldamente" di tornare indietro in fretta perché franava tutto ma...decidemmo di provare lo stesso. Arriviamo ad un bivio e dovevamo scegliere se salire verso le cime delle montagne o se scendere verso il Rio Moctezuma. Decidiamo di salire e iniziano i problemi. Il guardiano dell'acquedotto ci chiede se abbiamo il permesso: noi cadiamo dalle nuvole, nessuno ci ha detto niente, non ci sono cartelli...forse perchè non arrivano molte persone qui. Spieghiamo che vogliamo solo fotografare piante, che dell'acquedotto non ci importa niente e se può farci il piacere di lasciarci guardare la zona. Ci concede mezz'ora di tempo. Siamo lungo un costone a strapiombo nel nulla, sotto di noi 3-400 mt. di salto, il terreno non è buono per gli Strombocactus e neppure l'altitudine (più di 2000 mt). Così torniamo indietro, salutiamo il guardiano ed andiamo verso il fiume.

Ci ferma l'auto del Medioambiente (la forestale messicana), la guardia ci fa una paternale (in parte giustamente) per più di mezz'ora della serie: avete il permesso? qui gli stranieri vengono a prelevare piante, è ora di finirla, etc.etc...e per finire...ma dove pensate di andare con quell'auto????

Quando finalmente mi lascia parlare gli spiego quali sono le nostre intenzioni, che conosciamo le leggi, che abbiamo il massimo rispetto per la fauna e la flora, vogliamo solo fare foto e se vuole può venire con noi per veder come ci comportiamo, cosa dobbiamo fare per avere il permesso, ma, se proprio non vuole, noi torniamo indietro. Alla fine si convince delle nostre buone intenzioni e ci dà il permesso e 3 ore per visitare la zona, ma se inizia a piovere dobbiamo tornare indietro immediatamente perché la sterrata diventerebbe troppo pericolosa. Per tutto il tempo avremmo sempre la sensazione di essere osservati. Arriviamo al fiume, il terreno è buono, troviamo vari tipi di cactus ma degli Strombocactus nemmeno l'ombra. Saliamo per varie creste finché, vedendo che il tempo concessoci stava finendo, decidiamo di tornare indietro. Stiamo già arrivando all'auto quando guardandomi attorno vedo una cengia buona Strombocactus corregidoraee dico agli uomini: proviamo ancora quella per finire. Moreno è più avanti e quando siamo sullo strapiombo, muovendoci con attenzione per non cadere, gli chiedo se vede qualcosa... la risposta è: ci sono delle piante, ma non riesco a capire di che specie.

Gli arrivo vicino e finalmente sono gli Strombocactus corregidorae, che da adulti non assomigliano minimamente alle altre varietà della Famiglia. Fotografiamo molto e poi la pioggia inizia a scendere intensamente: di corsa risaliamo in auto per allontanarci in fretta con la strada che sta diventando un pantano tremendo. Attraversiamo un torrente  e finalmente arriviamo al paese dove ritorna la strada asfaltata. Possiamo ritornare con calma a Cadereyta per la sera e brindare alla nostra avventura....ultimo pensiero: speriamo che a Cedric sia piaciuto questo viaggio nella terra dei cactus e che possano essercene altri assieme.

 

 PER VEDERE LA GALLERIA FOTOGRAFICA CLICCA QUI:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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