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Si torna in Sudamerica...

Questi luoghi ci piacciono troppo!

...stavamo parlando di dove andare e  decidiamo che l'Argentina è cosi grande da visitare e che ne avevamo visto troppo poca...inoltre ci viene un'idea un pò pazza: perché non arrivare fino in Chile?

Detto...Fatto! Prenotiamo i biglietti aerei, l'auto con relativo permesso di circolare nei due Stati e i due giorni finali di pesca sul fiume Paranà. Troviamo un volo Alitalia su Buenos Aires a prezzo magnifico. Calcolando che è quasi fine ottobre arriviamo là in primavera...stagione di fiori (si spera!)

Partiamo da Venezia per Buenos Aires con scalo a Roma, arrivati sbrighiamo le varie formalità, recuperiamo l'auto (sempre gentili alla Hertz) e per le 7,30 stiamo partendo per questo giro di Km 7200 e più.

Attraversata la grande pianura, iniziando a salire le Ande da Mendoza,ci fermiamo a dormire a Uspallata. La mattina dopo arriviamo al Passo del Cristo Redentor passando davanti all'Aconcagua, la vetta più alta delle Americhe. 

Alla frontiera dobbiamo passare il controllo doganale dei due Stati con relativa perquisizione dell'auto,troviamo degli agenti molto gentili ed in meno di un ora possiamo ripartire.

La Statale 7, passando per paesi molto conosciuti dagli sciatori primo fra tutti Los Andes, ci porta verso il mare. Proseguiamo per la Statale 5 che costeggia il mare andando verso nord. Dormiamo in cabañas a Caleta Hornos, piccolo paesino di pescatori ed iniziamo a mangiare le specialità del paese tra cui spicca il "ceviche" fatto con pesce crudo...buonissimo! 

 

 

Fino a La Serena la strada costeggia il mare ma nelle varie fermate non incontriamo nessuna Copiapoa, facciamo però conoscenza di Eriosyce aspillagae, Echinopsis chiloensis ssp.chiloensis, Puya chilensis, Miqueliopuntia miquelii, Cumolopuntia spherica ,etc. più vari bulbi fioriti e la succulenta che ha colonizzato gran parte del territorio: Calandrina grandiflora. 

Arrivati a Huasco iniziamo a conoscere la "camanchaca", ovvero la nebbiolina mattutina che dà idratazione alla vegetazione, ma che rende il cielo plumbeo fino a mezzogiorno mettendoci in difficoltà nel fotografare: i colori tendono ad essere spenti e scuri...poi arriva finalmente il sole e sembra di rinascere.

L'incontro con le prime Copiapoe ci lascia letteralmente a bocca aperta...insieme al paesaggio sono di una bellezza incredibile. Difficile spiegare a parole quello che vedono gli occhi, per noi che non le avevamo mai seguite più di tanto (forse perché in coltivazione non avevamo mai visto dei bei esemplari) è un illuminazione.

Qui, con l'Oceano Pacifico che si infrange sulle roccie, la strada sterrata tutte curve e alla nostra destra i massi e le roccie dove le piante crescono nelle fessure, sembra di esser in un altro mondo.

Più andiamo a Nord più il paesaggio diventa arido e desolato: ideale per le vaste zone utilizzate per produrre energia eolica (anche tecnologia italiana...enelpower!!!).

Copiapo' è una tetra cittadina mineraria ma ci serve per fare benzina. Piantiamo la tenda in riva al mare a Bahia Inglesa con un forte vento, ci siamo solo noi, è bassa stagione, il paese è ben curato con buoni ristoranti. 

Arrivati al Parco Nazionale Pan de Azùcar sistemiamo la tenda sempre in riva al mare, siamo solo una decina di turisti "fai da te". Andiamo subito alla ricerca di piante...le Copiapoe columna-alba brillano sotto la luce del sole. Sono come dei soldatini in fila tutte con la testa rivolta a nord...di nuovo senza parole!

Nel paesino di pescatori c'è solo un ristorante aperto: essendo bassa stagione fanno a turno i 3 esistenti. Il proprietario ci ha pregato di arrivare presto per la cena...poi capiamo perché: non avendo energia elettrica quando cala la luce naturale sarebbe impossibile cucinare, solo alcuni abitanti hanno dei generatori che fanno funzionare fino alle 23. Cena più che "tipica": il ristoratore sta aspettando il pescatore con il pesce appena pescato...lo vediamo arrivare da lontano remando con forza. Puliscono i pesci e li cucinano immediatamente: più fresco di cosi!!!

Chañaral,Cifuncho,Taltal luoghi ottimi per le piante. 

La sterrata che arriva ad Antofagasta è a dir poco un odissea; ci sono tratti messi cosi male che non sappiamo se la nostra auto ce la possa fare ma vogliamo arrivare alla Copiapoa solaris. Correndo anche su il greto di un fiume, dove la strada è stata letteralmente portata via, la troviamo e, prima di arrivare nella seconda città più grande del Paese, piantiamo la tenda per l'ultima volta in riva al mare.A Taltal c'é un problema: ci sono le prove della Parigi-Dakkar quindi il pittoresco paesino è letteralmente preso d'assalto dalla gente...neppure un posto tenda libero, gli hotel sono colmi ed all'ultimo no da parte dell'addetta alla reception di un hotel, vedendo le nostre facce sconfortate, ha un idea... Si ricorda che alla fine del paese ci sono delle cabañas un pò care, ma forse hanno ancora dei posti, telefona e ci prenota l'unica ancora libera. Arriviamo sopra una scogliera a picco sull'oceano dove ci sono solo 5 unità abitative.

Ci assegnano l'ultima verso il monte...una cabañas a dir poco da urlo: una parete è una grande vetrata che guarda direttamente il mare e nel terreno davanti sono piantate molte varietà di succulente chilene. Dal letto la vista è indimenticabile ed unica, sicuramente il più bel posto dove abbiamo dormito in vita nostra. 

L'indomani arriviamo a Calama dove deviamo verso est per S.Pedro d'Atacama.

Più saliamo di altitudine più il paesaggio e arido e senza vegetazione, solamente in una zona sui 2000 mt incontriamo dei cespi enormi, anche più di 2 metri di diametro, di Maihueniopsis glomerata (Maihueniopsis camachoi) per un paio di km poi il nulla. 

Arriviamo a San Pedro e...il caos!

Pensavamo di trovare il piccolo paese con poche persone, data la bassa stagione, invece c'è un pandemonio di gente..pieno zeppo!

Tutti i tour di viaggi portano qua i turisti (essendo il luogo al centro di molte attrazioni naturalistiche), i prezzi logicamente sono molto cari e riusciamo a trovare solo un posto tenda in un camping. Ci fermiamo 2 giorni per visitare i luoghi più famosi: Valle della Luna, laghi salati dell'altopiano, Geyser El Tatio, Tulor e Pucara de Quitor (siti precolombiani) etc.

Si torna in Argentina per il Passo di Jama.

Sempre tra paesaggi mozzafiato, montagne dalle cime innevate, laghi a 4000 mt. di un azzurro indescrivibile, i mille colori del terreno, i fenicotteri rosa, le vicuna e la consapevolezza di poter ammirare dei posti unici.

Arrivati alla frontiera, come all'ingresso nel Paese, i controlli sono veloci e gli incaricati gentili. Non molto lontano dalla frontiera c'è il piccolo villaggio di Susques che merita una fermata per visitare la sua splendida chiesa: caratterizzata dal tetto in paglia, il soffitto con legno di cactus ed il pavimento in terra battuta, ha pareti di mattoni cotti al sole, imbiancate e decorate con figure di santi dai lineamenti indio. Ridiscendiamo i mille tornanti delle Ande per andare all'ultima nostra tappa della ricerca di piante: Fiambala in Catamarca. Ci siamo già stati ma vogliamo approfondire le variabilità del Tephrocactus alexanderi da Cerro Negro a questo luogo posto a 2000 mt.

Ne approfittiamo anche per piantare la tenda alle Terme come campo base e passarci le serate a bagno nelle acque calde...favoloso!

Attraversiamo di nuovo la "Pampas" per arrivare a La Paz (provincia di Entre Rios) perchè Moreno vuole pescare il "Dorado": la tigre del Paranà.

Ci accompagna la Guia di pesca Victor Flores, grande conoscitore di questo fiume.

Logicamente si cattura e si rilascia vivo il pesce.

I giorni sono passati veloci è già tempo di rientrare in Italia.

Ma gli occhi e la mente (io oserei dire l'anima...) sono pieni di luoghi indimenticabili: per questo è solo un arrivederci a due paesi con gente e luoghi fantastici!

 

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